Chi siamo
Si commuove ancora Alberto Salvadori quando racconta del bel podere di Piumazzo lasciatogli in eredità dalla madre Anna Maria, La Battagliola. Era il 1999 e la campagna nella piana modenese era ancora seminativa ma lo restò per poco, bastò un sogno premonitore a convincerlo che il destino della sua terra era un altro, più nobile e ambizioso, quello di produrre del buon vino. Da lì iniziò la sua riconversione da imprenditore della logistica a contadino e quella della sua terra da coltura estensiva a culla di settantamila barbatelle di Lambrusco Grasparossa. Il trasporto di merci via aria, via acqua e su rotaia lo ha portato in giro per il mondo, ma l’emozione di veder crescere quelle barbatelle, prender forma i filari e spuntare quei grappoli di uva di un rosso profondo quasi blu, lo ha negli anni trasformato.
Ha scelto il vitigno più vocato in quella terra, il Grasparossa. La sfida era importante, quella di proporre un Lambrusco di qualità e personalità in un mercato che si è, almeno in parte, concesso a logiche meramente commerciali. La passione di Alberto Salvadori è condivisa dai figli Beatrice e Tommaso. Beatrice, dopo aver vissuto a Milano per molti anni, ha iniziato ad affiancarlo e a condividere con lui la passione per il vino. Tommaso guida oggi a Bologna la Fratelli Salvadori, azienda di famiglia alla quarta generazione. La vita impone un ritmo sempre più serrato ma gli impegni di tutti si dissolvono quando l’appuntamento è alla Battagliola per la vendemmia, una degustazione, il primo imbottigliamento o un semplice incontro tra amici. È l’amore per la loro terra che li accomuna e li tieni così uniti, il senso della continuità che si perpetua attraverso le stagioni.
Si commuove ancora Alberto Salvadori quando racconta del bel podere di Piumazzo lasciatogli in eredità dalla madre Anna Maria, La Battagliola. Era il 1999 e la campagna nella piana modenese era ancora seminativa ma lo restò per poco, bastò un sogno premonitore a convincerlo che il destino della sua terra era un altro, più nobile e ambizioso, quello di produrre del buon vino. Da lì iniziò la sua riconversione da imprenditore della logistica a contadino e quella della sua terra da coltura estensiva a culla di settantamila barbatelle di Lambrusco Grasparossa. Il trasporto di merci via aria, via acqua e su rotaia lo ha portato in giro per il mondo, ma l’emozione di veder crescere quelle barbatelle, prender forma i filari e spuntare quei grappoli di uva di un rosso profondo quasi blu, lo ha negli anni trasformato.
Ha scelto il vitigno più vocato in quella terra, il Grasparossa. La sfida era importante, quella di proporre un Lambrusco di qualità e personalità in un mercato che si è, almeno in parte, concesso a logiche meramente commerciali. La passione di Alberto Salvadori è condivisa dai figli Beatrice e Tommaso. Beatrice, dopo aver vissuto a Milano per molti anni, ha iniziato ad affiancarlo e a condividere con lui la passione per il vino. Tommaso guida oggi a Bologna la Fratelli Salvadori, azienda di famiglia alla quarta generazione. La vita impone un ritmo sempre più serrato ma gli impegni di tutti si dissolvono quando l’appuntamento è alla Battagliola per la vendemmia, una degustazione, il primo imbottigliamento o un semplice incontro tra amici. È l’amore per la loro terra che li accomuna e li tieni così uniti, il senso della continuità che si perpetua attraverso le stagioni.
L’arte di fare il vino
Se si vuole ottenere piacere dal proprio lavoro occorre coniugare innovazione e cultura. Noi, in maniera innovativa per le uve di Lambrusco, abbiamo scelto un impianto a “cordone speronato” con una bassa produzione di kg. 12000 di uva per ettaro che, insieme ad una potatura a due sole gemme per sperone, ne limita la carica produttiva migliornadone corposità e struttura, producendo così migliori estratti per un Lambrusco che dà piacere a noi e a tutti gli amanti di questo vino. Il cordone speronato è costituito da un tralcio permanente sul quale possono essere inseriti un numero intelligente di speroni.
L’arte di fare il vino
Se si vuole ottenere piacere dal proprio lavoro occorre coniugare innovazione e cultura. Noi, in maniera innovativa per le uve di Lambrusco, abbiamo scelto un impianto a “cordone speronato” con una bassa produzione di kg. 12000 di uva per ettaro che, insieme ad una potatura a due sole gemme per sperone, ne limita la carica produttiva migliornadone corposità e struttura, producendo così migliori estratti per un Lambrusco che dà piacere a noi e a tutti gli amanti di questo vino. Il cordone speronato è costituito da un tralcio permanente sul quale possono essere inseriti un numero intelligente di speroni.